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L’evoluzione e la comunicazione delle politiche agroalimentari tra agricoltura 4.0, cibo, cultura, sostenibilità

Lo scorso 25 marzo nella cornice della 425a Fiera di Grottaferrata si è tenuto il corso per giornalisti organizzato dalla Stampa Romana sul tema delle nuova comunicazione per lo sviluppo delle politiche agroalimentari tra agricoltura 4.0, cibo, cultura e sostenibilità.

L’evento ha visto  i saluti  del giornalista e Presidente dell’Associazione Arga Lazio (Associazione Regionale Giornalisti Agricoltura, Ambiente, Territorio) Roberto Ambrogi che ha sottolineato l’importanza del grande significato culturale dell’incontro e della riscoperta di molti paesi italiani, soprattutto di quelli più sconosciuti e di Stefano Ferrante giornalista e Segretario dell’Associazione Stampa Romana che ha ribadito l’importanza del tema del corso che valorizza l’intero patrimonio italiano di grande cultura enogastronomica alla luce anche delle nuovi fonti dei social.

Tiziana Briguglio giornalista agroalimentare ha presentato  l’incontro trattando l’ importanza dei media in campo agroalimentare sottolineando che l’attività giornalistica riveste un ruolo fondamentale per far conoscere un agricoltura 4.0 nella salvaguardia del patrimonio agricolo nazionale.

Il corso ha sottolineato in primis l’importanza della conoscenza della storia come opportunità di marketing territoriale e turismo esperienziale per la scoperta dei territori minori. Un tema molto interessante e ben trattato dal   giornalista  Giuseppe Nocca. Storico dell’alimentazione,  ha ribadito l’importanza della riscoperta delle origini di un paese e le sue ricchezze per recuperare le sue tradizioni per poi svilupparle con un grande marketing territoriale.

Il paese stesso costituisce la fonte per la sua riscoperta. E’ il caso preso  ad esempio di Minturno paese del Lazio che è emerso da un ingiustificato anonimato, per farsi conoscere poi al turismo italiano e internazionale. Questo attraverso la scoperta delle sue origini gastronomiche e culturali: dai testi dell’ottocento ai suoi costumi tipici, dai prodotti delle sue uve pregiate e del particolare pomodoro, alla tipica merenda contadina e al formaggio marzolino. Rispolverare queste preziosità ha permesso di raggruppare tutte le ricchezze di Minturno e proiettarle verso uno sviluppo di marketing più globalizzato. Da qui l’importanza di riscoprire le fonti della tradizione per proiettare poi la sua ricchezza e farla conoscere al turismo locale e internazionale.

Andrea Sonnino, Presidente della Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali, ha sottolineato l’importanza di una agricoltura 4.0 come effettivo luogo di produzione del cibo e custode dell’ambiente con una migliore gestione della risorsa dell’acqua, rinnovabile ma limitata e quindi con delle precise soluzioni per renderla più accessibile e riutilizzabile: il completamento e ammodernamento della rete idrica, il riutilizzo delle fonti alternative  come le acque reflue e desalinizzazione, il trasferimento tecnologico e l’innovazione dei criteri di programmazione irrigua e la pianificazione dei sistemi colturali.

“L’utilizzo dell’acqua, preziosa per la produzione del cibo,  trovi – sottolinea Sonnino – una giusta strategia nei vari settori politico, organizzativo e tecnologico con strategie sito-specifiche e integrate fra loro”.

La dottoressa Tiziana Zottola, consulente scientifico Mediaquattro.it, ha coinvolto il pubblico con  Il concetto di One Health: cibo, salute, ambiente. Riconoscere la stretta interconnessione tra la salute dell’uomo e quella degli animali domestici e selvatici che condividono lo stesso ambiente deve portare ad una crescita di un altissimo tasso di benessere di salute, che non è la semplice assenza di malesseri o malattie, ma il riflesso positivo di come gli individui o le popolazioni interagiscono con il mondo in cui vivono nel fronteggiare gli stress o i cambiamenti che si verificano.

Una “resilienza” come definiscono gli ecologi, intesa come capacità di un ecosistema nel rispondere ad una perturbazione  a disordini resistendo a danni provocati e ripristinando le condizioni preesistenti. La One Health comprende uomini sani, animali sani e ambiente sano. Un legame unico che deve portare  anche ad uno sviluppo veramente sostenibile della produzione del cibo sempre più in forte aumento nel mondo. La One Health deve fronteggiare le decine di variabili negative che la minacciano.  La sfida principale è l’offerta del cibo che vede sia una notevole impennata nella domanda a livello mondiale e sia a presenza di nuovi attori e di  economie internazionali come il Briscs a cui si aggiungono nuovi grandi Paesi. Ancora : l ‘aumento della popolazione e la convergenza delle diete; il forte aumento della produzione di carni nel mondo che da 70 milioni di tonnellate di carne negli anni ’60 passa a quasi 330 milioni solo a fine 2017. E così le deforestazioni, le rapidi urbanizzazioni, i nuovi ecosistemi e la globalizzazione del commercio di animali e prodotti da essi derivati.

La resilienza deve fronteggiare anche le nuove malattie emergenti e riemergenti sempre più zoonosiche. Senza dimenticare le malattie alimentari e le difficoltà di animali come le api che devono competere con nuove specie di razze e con cambiamenti climatici  dannosi. E le stesse risorse terrestri sono in difficoltà. In questo scenario l’impronta ecologica evidenzia che viviamo come se disponessimo delle risorse di una Terra e mezza. Nel 2030 dovranno essere virtualmente tre le Terre per soddisfare il consumismo delle sue risorse. L’Ever Overshooth Day, giorno nel quale l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno, ormai arriva di media a metà anno. In Italia il 19 maggio.

La produzione di cibo salubre e innocuo è strettamente legato ad un una posizione sostenibile ed effettivamente ecologica dell’uomo che non si trova in cima ad una piramide, ma ha la stessa relazione e interconnessione col mondo animale e naturale.  L’uomo, aggiungo,  dovrebbe così mettersi come “primus iner pares” ragalandosi una circolarità con l’ambiente e gli animali tale da costituire un’unica attività di produzione del cibo veramente sostenibile.  Da una posizione ECO a quella EGO, come ha ben sintetizzato la dottoressa Zottola. Questa è la sfida che parte dal concetto di One health per fronteggiare le nuove sfide del prossimi decenni e naturalmente vincerle.

 

 

 

 

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