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I POMODORI? PIU’ SON BRUTTI PIU’ SONO RICCHI

Viva i pomodori “brutti”. Stanno arrivando pian piano rossi e di diversi colori. Quelli buoni e di stagione. Centinaia di tipi e colori. Al mercato o dal fruttivendolo di fiducia li cerchiamo  per le prime insalate di stagione o sughi fantastici. E’ abitudine diffusa però cercare quelli più belli, uniformi, quasi perfetti. Il mio consiglio è quello di non decidere gli acquisti col solo requisito della bellezza. La scelta non ricadi solo sul bello. Quanti venditori gridano “signora guardi questi pomodori come son belli!” . Ma saranno anche buoni? Io preferisco l’antico concetto greco del bello e buono insieme. E per scegliere il buono cerchiamo i pomodori un po’ imperfetti  cresciuti con concimi organici. I pomodori devono essere diversi tra loro ed esteticamente anche un po’ bruttini. La coltivazione industriale cerca uniformità del prodotto. Il contadino no. Nel suo cestino sono tutti diversi e qualcuno anche un po’ “toccato” . Il cibo è quello verace, non quello per le luci di uno show o dell’offerta dell’industria.

Lo sapevate che i pomodori coltivati effettivamente con metodi naturali, contengono anche maggior quantità di vitamina C?

Quasi il doppio di quelli belli come modelli in scatola. Stessa cosa per gli antiossidanti, decisamente superiori. Nutrizione garantita.

E’ proprio l’assenza di pesticidi ed erbicidi che permette alla pianta di produrre maggiori sistema di autodifesa. Questo porta ad una maggiore concentrazione di proprietà eccellenti per il pomodoro.

Cerchiamo il buono.

 

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