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Vino: +7,3 mld, nonostante gli aumenti 2022

Risultato positivo per il vino italano uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, che chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro.

Un record determinato da un doping dei prezzi necessario per limitare l’erosione dei margini causata dal surplus dei costi, quanto pericoloso sul fronte dei consumi previsti per il 2023. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, sulla base dei dati Istat sui 12 mesi dello scorso anno, evidenziando un mercato che ha retto anche alle variazioni dei listini, ma l’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini della filiera in particolare per i prodotti entry-level e popular fino a 6 euro al litro.

L’Osservatorio mette in evidenza il rallentamento dell’ultimo trimestre con chiusura nei valori a +5%, contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono negativi (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo).

Tra le tipologie, rileva l’Osservatorio, continua il forte traino degli spumanti che volano a +19% in valore (Prosecco a +22%) e confermano la positività sui volumi (+6%, di cui +6% Prosecco e +9% Asti Spumante). Faticano imvece i vini fermi imbottigliati (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi.

In particolare, sui rossi, risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse sotto i 3 euro, mentre tengono molto bene e anzi risultano in buona crescita i vini premium; questo in particolare per i piemontesi (+9%), i veneti (+4%) e i toscani (+6%). I frizzanti, invece, cedono il 7% in volume ma guadagnano il 6% a valore.

(ANSA).

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