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INTERVENTI DEI NAS A TUTELA DEL CONSUMATORE E DELLA SALUTE

Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Piacenza ha emesso un’ordinanza di sospensione dell’attività commerciale nei confronti di una pescheria sita in provincia di Piacenza.
Il provvedimento scaturisce da una segnalazione ad opera del NAS di Parma i cui militari, nel corso di un’ispezione igienico sanitaria, avevano accertato la presenza di gravi carenze igienico sanitarie, gestionali e strutturali.
Il legale rappresentante dell’attività, una donna di origini piacentine, è stata sanzionata per un importo pari a circa 2.000 euro, mentre il valore del provvedimento di sospensione ammonta a 200.000 euro.

Il NAS di Ancona ha deferito la proprietaria di un ristorante marchigiano alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro.
Le indagini dei militari sono partite da una segnalazione per sospetta tossinfezione alimentare che aveva colpito dieci avventori del locale. I referti redatti dal personale medico, unitamente ad un’indagine epidemiologica condotta dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’A.S.U.R. Marche – Area Vasta 1 di Fano, hanno ricondotto le cause del malore alla consumazione di preparati a base di tonno in stato di alterazione per presunta contaminazione da istamina, tale da ingenerare una “sindrome sgombroide”, cioè un’intossicazione con sintomatologia analoga a quella di una allergia.

Il NAS di Torino ha deferito all’Autorità Giudiziaria l’amministratore delegato di una società veneta con l’accusa di aver commercializzato alimenti compromessi da cariche batteriche anomale.
Le indagini sono scaturite dalla segnalazione di una casalinga che, insospettita dal cattivo odore proveniente da una confezione di carne comprata presso un supermercato piemontese, aveva allertato i Carabinieri del NAS i quali, a seguito del controllo su un campione del prodotto effettuato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, hanno trovato conferma dell’anomalia batterica.

Il NAS di Roma e l’Ispettorato Controllo Qualità – Repressione Frodi di Roma hanno deferito il titolare di una cantina laziale alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri per tentata frode in commercio. Il provvedimento è stato adottato sulla base delle risultanze analitiche relative ad un campione di vino, che hanno dimostrato una presenza di alcol diversa rispetto a quella prevista dal disciplinare di produzione della bevanda.
Nel corso degli accertamenti gli uomini del NAS e dell’Ispettorato Controllo Qualità – Repressione Frodi di Roma hanno sottoposto a sequestro penale circa 63 ettolitri di vino, in parte sfuso e in parte già imbottigliato, per un valore di mercato di circa 45.000 euro.

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