Crollano i raccolti di frutta estiva con un taglio che varia dal -28% per pesche e nettarine al -56% per le albicocche ma in forte calo sono anche le ciliegie con effetti anche sui prezzi al consumo. A livello nazionale si stima una produzione di pesche e nettarine ridotta del 28% per un raccolto di quasi 820mila tonnellate che colloca l’Italia in Europa dopo la Spagna mentre il Belpaese resta primo produttore di albicocche con 136mila tonnellate, un quantitativo che è però più che dimezzato rispetto allo scorso anno (-56%). E a peggiorare la situazione è la previsione complessiva per la produzione di frutta nell’intero Vecchio Continente con una contrazione europea del raccolto del 37% per le albicocche e del 19% per pesche e nettarine rispetto al 2019. A pesare è la situazione climatica avversa che ha tagliato le produzioni sulle quali gravano peraltro le preoccupazioni per la carenza di lavoratori per le raccolte che potrebbe comportare ulteriori perdite a carico dell’offerta nazionale. Per gli agricoltori italiani al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i già scarsi raccolti nei campi per la mancanza di manodopera a seguito della pandemia Covid 19 che ha portato alla chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale in agricoltura per poi tornare nel proprio Paese.